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lunedì 3 giugno 2013

C'ERA UNA VOLTA LA FIABA... E ORA CHE C'E'?? Mondi fantastici fra riscritture e contaminazioni




Non so se sono l'unico ad averci pensato, ma a me sembra che stiamo assistendo ad una piccola invasione, per la precisione un invasione di fate, folletti, gnomi e quant'altro.
Infatti, dopo la moda dei vampiri, quella degli zombie e quella (mancata) dei licantropi (gli americani ci hanno provato con il telefilm Teen wolf), è esplosa la moda della fiaba.
Dalle serie televisive americane come Once upon a time e Grimm, a diversi film a partire da I fratelli Grimm e l'incantevole strega, Alice in wonderland, Mirror Mirror, Biancaneve e il cacciatore fino al discutibile Hansel e Gretel cacciatori di streghe, i media dell'intrattenimento sembrano sempre più interessati alle avventure di Cenerentola & co. Il fenomeno è cominciato diversi anni fa, ma recentemente c'è stato un vero e proprio boom di produzioni sull'argomento.



La novità non sta tanto nel fatto che si recuperano le fiabe (la Disney lo fa da decine di anni), quanto piuttosto al fatto che queste non vengono usate solo per prodotti rivolti a bambini e ragazzi, ma anche per quelli pensati per un pubblico adulto, riscuotendo un notevole successo.
C'è da dire che queste opere spesso sono anche molto distanti dagli originali a cui si ispirano. Partendo da questo punto mi è venuta abbastanza spontanea una domanda: che ruolo resta alle fiabe tradizionali nel mondo 2.0??

Ci sono molte teorie sulla nascita della fiaba e sulle sue funzioni. Alcuni studiosi pensano che questi racconti siano ciò che resta di antichi riti di passaggio o di antichi culti.
Esse sono state un modo per trasmettere un mondo di credenze e una morale antica e condivisa dalla popolazione (basti pensare che elementi "fiabesche" sono rimaste nella cultura popolare fino a pochissimo tempo fa).
La psicanalisi ha evidenziato come esse possano essere utile per mettere in evidenza determinati meccanismi dell'inconscio, oltre a rilevarne l'utilità nello sviluppo cognitivo dei bambini.



E adesso?
Adesso nella maggior parte dei casi le fiabe hanno subito un pesante processo di restyling!
A partire almeno dai vari Shrek, delle fiabe originali è rimasto uno spunto per parlare di qualcosa'altro. In generale mi sembra che ci siano due filoni principali che però si intrecciano spesso fra loro:

  1. LA PARODIA, la riscrittura delle storie in chiave ironica o di esercizio di stile. Nel primo caso la fiaba diventa il pretesto per la creazione di una serie di gag comiche, spesso giocando a stravolgere la trama originale, mischiandola a quella di altre fiabe, citando film e generi diversi. In questa categoria potrei segnalare i film Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti, Cenerentola e gli 007 nani, Rapunzel e l'intreccio della torre, Mirror Mirror.
    L'altro modo della parodia è quello dell'esercizio di stile. In questo caso, si parte dalla fiaba come da un pretesto per scrivere delle varianti. Segnalerei i (bellissimi) libri Favole al telefonino di Fabian Negrin, Esercizi di stile su cappuccetto rosso di David Conati e Specchio specchio di Paola Zannoner

  2. L'AZIONE: le fiabe vengono prese come base per rappresentare in chiave gotico-fantastica l'eterna lotta fra il bene e il male, con una certa punta di romanticismo. Quando vengono usate in questa maniera si può riscontrare una dilatazione del racconto principale con l'aggiunta di molti elementi estranei, una semplificazione dell'intreccio principale per far risaltare i "buoni" e i "cattivi", molte sequenze dinamiche e spettacolari. Per questa categoria segnalo i film Biancaneve e il cacciatore, I fratelli Grimm e l'incantevole strega, Alice in wonderland,  Hansel e Gretel cacciatori di streghe, Cappuccetto rosso sangue




Potrebbe essere necessaria una categoria a parte per quanto riguarda le serie televisive. Infatti per la loro stessa natura esse mischiano gran parte degli elementi descritti sopra, anche se in Once upon a time e Grimm sembra prevalere un gusto per l'azione e il romanticismo oltre che per la contaminazione.

Secondo me la fiaba ha perso alcuni dei suoi ruoli caratteristici e per il grande pubblico è diventata una specie di serbatoio di immagini ed elementi molto conosciuti e riconoscibili, usabili liberamente per creare nuove narrazioni e per portare valori nuovi.
Fermo restando questo, credo che la fiaba tradizionale eserciti sempre un fascino particolare e che possa essere ancora un veicolo che ci parla di noi stessi e del nostro essere nel mondo e che in questo senso sia utile specie per i più piccoli.

VOI COSA NE PENSATE? COME SI VIVE OGGI LA FIABA? COME CAMBIERA' IN FUTURO?? 

Per finire mi permetto di segnalarvi una piccola chicca. Se non lo conoscete guardate Principi e principesse (2000) di Michel Ochelot, è un po' vecchiotto, ma ha un fascino incredibile.
un saluto!
Jacopo



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