Nonostante le sue origini, Jon ben presto si trasferisce con la famiglia a Corvallis, in Oregon, dove il padre lo introduce (all'età di otto anni) al mondo dell'alpinismo.
Dopo essersi diplomato nel 1972 presso la Corvallis High School prosegue gli studi all'Hampshire College nel Massachusetts, dove nel 1976 si laurea in Scienze Ambientali. L'anno successivo incontra Linda Mariam Moore, che sposa nel 1980.
La sua grande passione per la montagna lo porta nel 1974 a partecipare ad una spedizione con qualche amico esploratore di cime negli Arrigetch Peaks (Brooks Range, Alaska) e l'American Alpine Journal gli chiede di scrivere un articolo riguardo questa esperienza.
Nel novembre del 1983 abbandona il suo lavoro part-time come pescatore e carpentiere per diventare uno scrittore a tempo pieno. La sua popolarità come scrittore è dovuta in particolare all'attività giornalistica che svolge presso l'Outside Magazine.
Non so se lo sapete, ma Jon ha scritto anche diversi libri, alcuni dei quali sono diventati veri e propri best seller.
Nel 1990 esce per Corbaccio il suo primo libro, Il Silenzio del Vento (Eiger Dreams: Ventures Among Men and Mountains) nel quale racconta l'esperienza vissuta sul picco Devils Thumb, nella calotta Stikine, in Alaska.
La Cappa di Ghiaccio Stikine è un grande agglomerato di 21.876 km² a cavallo tra la regione Panhandle (Alaska) e la Columbia Britannica (Canada). Questa distesa di ghiaccio alimenta il fiume Taku che ne segna il confine settentrionale e il fiume Stikine che segna quello meridionale. Questo ghiacciaio è famoso per le sue cime pericolose ed impegnative e per le sue guglie di granito e viene considerato la versione americana delle cime della Patagonia.
Sei anni dopo viene pubblicato da Rizzoli (uscito poi in ristampa per Corbaccio) il suo secondo bellissimo libro: Nelle Terre Estreme (Into the Wild). Il libro racconta la storia di Chris McCandless, un giovane di buona famiglia che nel 1990, dopo essersi laureato, abbandona la sua vita, la sua famiglia ed i suoi amici per viaggiare attraverso gli Stati Uniti, con l'intento di raggiungere le terre incontaminate e selvagge dell'Alaska. Ai genitori ed agli amici spiega di aver deciso di lasciare la civiltà per abbracciare la natura. Così, dona in beneficenza tutti i suoi risparmi e parte con la sua automobile (che abbandonerà poco dopo per spostarsi a piedi o in autostop). Nel corso del suo viaggio, Chris impara e capisce tante cose. Le frasi che appunta nel suo diario sono toccanti e profonde e sembrano scritte da una persona in continua crescita ed alla continua ricerca di se stesso.La Cappa di Ghiaccio Stikine è un grande agglomerato di 21.876 km² a cavallo tra la regione Panhandle (Alaska) e la Columbia Britannica (Canada). Questa distesa di ghiaccio alimenta il fiume Taku che ne segna il confine settentrionale e il fiume Stikine che segna quello meridionale. Questo ghiacciaio è famoso per le sue cime pericolose ed impegnative e per le sue guglie di granito e viene considerato la versione americana delle cime della Patagonia.
Cappa di Ghiaccio Stikine |
Il senso della sua scelta è espresso nella maniera più completa nel passo che lo stesso Chris sottolinea in un libro di Tolstoj:
Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo
dentro di me una sovrabbondanza di energia
che non trovava sfogo in una vita tranquilla".
Dopo aver abbandonato la sua macchina, Chris decide di separarsi anche dal suo nome ed inizia a "nascondersi" dietro lo pseudonimo di Alexander Supertramp, il vagabondo padrone del proprio destino.
Nel suo peregninare durato due anni e mezzo McCandless incontra tante persone con le quali instaura dei rapporti di amicizia forti e profondi. Una delle persone che più segna la sua esperienza è Wayne Westerberg, al quale Chris, poco prima di lasciare definitivamente la civiltà per l'immensità dell'Alaska, scrive:
"Per favore, restituisci al mittente tutta la posta che ricevi.
Potrebbe passare molto tempo prima che io ritorni al sud.
Se questa avventura avrà un esito fatale e tu non riceverai più mie notizie
sappi che per me tu sei un grand'uomo.
Ora entro nella natura,
tuo
Chris"
Qualche mese dopo l'abbandono della civiltà il suo cadavere viene rinvenuto da un cacciatore di alci. Accanto al corpo, il suo diario e un gran numero di rullini fotografici. Sulla porta dell'autobus in cui si era rifugiato, un terribile biglietto:
"S.O.S. Ho bisogno del vostro aiuto. Sono malato, prossimo alla morte, e troppo debole per andarmene a piedi. Sono solo, non è uno scherzo. In nome di Dio, vi prego, rimanete per salvarmi. Sono nei dintorni a raccogliere bacche e tornerò stasera. Grazie. Chris McCandless. Agosto?"
Non si conoscono bene le cause della morte di Chris, le ipotesi sono diverse, ma una cosa è certa. Dalle sue lettere, dai suoi appunti e dalle sue fotografie traspare la voglia di liberarsi da qualcosa. Il suo spirito era chiaramente desideroso di vivere nuove esperienze, aveva bisogno di rimanere da solo per cercare di capire quali fossero le cose importanti della vita. La sua storia è una storia triste per l'epilogo che ha avuto, ma anche piena di felicità e di speranza. Il messaggio è semplice quanto profondo: non ci si deve mai accontentare di quello che si ha, se non si è felici. Sono le piccole cose della vita che rendono speciali le giornate e la vita di una persona. E quando una persona riesce a capire questo, è sulla buona strada per trovare la felicità.
Miami and the Groovers, Good Things
Jon Krakauer, aiutato dalla famiglia e dagli amici di Chris, dedica tre anni della sua vita alla ricostruzione delle vicende legate al nome di Chris McCandless-aka Alexander Supertramp.
Che cosa spinse Chris? Cosa videro in lui gli uomini e le donne che incontrò sul suo cammino? Come si legge nella quarta di copertina del libro, questa non è solo una singolare biografia, ma una parabola memorabile sul rapporto ormai tragico che lega la nostra cosiddetta civiltà alla natura che ci circonda.
Che cosa spinse Chris? Cosa videro in lui gli uomini e le donne che incontrò sul suo cammino? Come si legge nella quarta di copertina del libro, questa non è solo una singolare biografia, ma una parabola memorabile sul rapporto ormai tragico che lega la nostra cosiddetta civiltà alla natura che ci circonda.
Visto che mai mi prenderanno sul serio, per qualche mese dopo la laurea gli lascerò credere che hanno ragione., gli lascerò credere che mi impegnerò a vedere le cose anche dal loro punto di vista e che il nostro rapporto si sta stabilizzando. Dopo però, quando sarà il momento, con un taglio netto e veloce li escluderò dalla mia esistenza. Una volta per tutte divorzierò da loro come miei genitori e mai più, finchè avrò vita, parlerò con uno di quegli idioti. La farò finita con loro, una volta per tutte, e stavolta sarà per sempre."
CHRIS McCANDLESS
"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale."
CHRIS McCANDLESS
"Due anni lui gira per il mondo: niente telefono, niente piscina, niente cani e gatti, niente sigarette. Libertà estrema, un estremista, un viaggiatore esteta che ha per casa la strada. Così ora, dopo due anni di cammino arriva l'ultima e più grande avventura. L'apogeo della battaglia per uccidere il falso essere interiore, suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale. Per non essere più avvelenato dalla civiltà lui fugge, cammina solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia."
CHRIS McCANDLESS
"L'essenza dello spirito dell'uomo sta nelle nuove esperienze."
CHRIS McCANDLESS
"Un dramma toccante sui desideri del cuore umano."
NEW YORK TIMES
Da questa incredibile storia vera nel 2007 è stato tratto un film, Into the Wild, diretto da Sean Penn. Adoro Sean Penn sia come attore che come regista e credo che questo sia il suo film migliore. Un film perfetto nella sua imperfezione, girato egregiamente, con una fotografia incredibile e con un cast davvero invidiabile.
- Emile Hirsch: Christopher McCandless
- Vince Vaughn: Wayne Westerberg
- Kristen Stuart: Tracy
- Jena Malone: Carine McCandless
- William Hurt: Walt McCandless
- Catherine Keener: Jan Burres
- Marcia Gay Harden: Billie McCandless
- Hal Holbrook: Ron Franz
Il film ha a mio parere una delle colonne sonore più belle che siano mai state scritte (o almeno, una delle colonne sonore più belle degli ultimi quindici anni), composta interamente da Eddie Vedder, leader di uno dei gruppi più famosi di Seattle, i Pearl Jam.
Eddie Vedder, Rise
Rise, Eddie Vedder
Such is the way of the world
You can never know
Just where to put all your faith
And how will it grow
Gonna rise up
Burning black holes in dark memories
Gonna rise up
Turning mistakes into gold
Such is the passage of time
Too fast to fold
Suddenly swallowed by signs
Low and behold
Gonna rise up
Find my direction magnetically
Gonna rise up
Throw down my ace in the hole
Sollevarsi, Eddie Vedder
Questo è il modo in cui va il mondo
non puoi mai sapere
dove mettere tutta la tua fede
e come crescerà
mi solleverò
bruciando dei buchi neri nei ricordi bui
mi solleverò
trasformando gli errori in oro
questo è il modo in cui passa il tempo
troppo veloce da domare
improvvisamente ingoiato dai segni
guarda!
mi solleverò
troverò la mia direzione magneticamente
mi solleverò
giocherò il mio asso nella manica
Eddie Vedder, Society
Nel 1997 viene dato alle stampe Aria Sottile (Into Thin Air), che racconta della disastrosa conquista della cima dell'Everest avvenuta durante la primavera del 1996 e alla quale Jon prese parte. Lui è uno dei due sopravvissuti della spedizione. Nel suo libro, Krakauer si concentra sulle vicende di due gruppi di alpinisti esperti che presero parte alla spedizione: il suo gruppo, capitanato da Rob Hall, e quello condotto da Scott Fischer. Il 10 maggio 1996 i gruppi vengono sopraffatti da una tempesta che, assieme alle irresponsabili scelte dei capigruppo, causò la morte di diverse persone. Il libro è uno dei tre volumi finalisti in lizza per la sezione saggistica del Premio Pulitzer nel 1998.
Nel 2003 il libro In nome del Cielo (Under the Banner of Heaven: a Story of Violent Faith) rende Krakauer il terzo scrittore bestseller nel genere della saggistica. Ancora una volta è Corbaccio che ne cura l'edizione.
Il libro esamina gli estremisti del credo religioso (in particolare quelli del fondamentalismo mormone) e la pratica della poligamia tra i fondamentalisti di questa religione.
La maggior parte del libro si sofferma sui fratelli Lafferty, che commisero un brutto omicidio in nome della loro fede religiosa.
La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha criticato molto questo libro, affermando che "questo non è un libro di storia e Krakauer non è uno storico. E' un novelliere che elimina dei dettagli per far sembrare bella la sua storia. La sua tesi principale sembra essere che le persone religiose sono irrazionali e che le persone irrazionali fanno cose strane." Di contro, lo storico D. Michael Quinn ha scritto che "la tragica realtà è che ci sono state occasioni in cui i leader della Chiesa, gli insegnanti e gli scrittori non hanno detto la verità a loro conoscenza circa le difficoltà nel passato dei mormoni, ma hanno offerto invece un miscuglio di banalità, mezze verità, omissioni e smentite apparentemente oneste".
Nel 2010 Corbaccio pubblica Dove gli uomini diventano eroi (Where Men Win Glory: the Odyssey of Pat Tillman). Anche in questo libro Krakauer cerca le motivazioni che possano spiegare gli eventi che hanno portato alla tragica morte di
Pat Tillman. Tramite un’analisi scrupolosa composta da estrapolati di diari, testimonianze e ricostruzioni in un lento crescendo sempre più profondo ed intimo facciamo la conoscenza di un ragazzo passionale, talentuoso, acuto, determinato, lunatico, talvolta irascibile, spesso permaloso e solitario. Perchè pur essendo un piacente e famoso giocatore di football ebbe una sola storia d'amore nella sua vita e rifiutò un contratto milionario per rimanere fedele alla sua squadra. Nel periodo estivo, invece di darsi alla bella vita come la maggioranza dei colleghi, era solito ritirarsi con la famiglia e si allenava per massacranti gare di resistenza: una vera sfida per un fisico massiccio come il suo. Aveva uno stile di vita morigerato senza Suv e lusso e portava sempre un libro con sé ed era affamato di storia e di sapere.
Questo libro è anche un mezzo per parlare di altro, soprattutto della guerra in Iraq. L’autore ripercorre tra un salto temporale e l’altro la storia recente del Medio Oriente e la conseguente nascita del movimento talebano. Viene accusato il disinteresse crescente dell’amministrazione Clinton dopo la fine della guerra fredda: falsamente convinti di essere all’alba di un’era unilaterale, e senza avversari, sottovalutarono l’evolversi della zona mediorientale. (Per la recensione completa: http://www.debaser.it/recensionidb/ID_31768/John_Krakauer_Dove_gli_uomini_diventano_eroi.htm)
Prima di salutarvi, voglio lasciarvi con un'intervista che Jon Krakauer ha concesso a Larry Weissman per la rivista letteraria Bold Type. La traduzione è di Claudia Spadoni (http://www.wuz.it/intervista-libro/1824/intervista-krakauer.html )
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