Oggi
vi voglio parlare di un autore di libri per ragazzi che mi piace
davvero tanto. Il suo nome è David
Almond. È uno dei più grandi scrittori inglesi di libri per ragazzi
ed è un autore bestseller in tutto il mondo.
Almond
nasce il 15 maggio del 1951 nel Newcastle, nella cittadina di
Felling-on-Tyne.
Frequenta la scuola primaria tra il suo paese di
origine e Sunderland, per poi spostarsi alla scuola di lingue di
Hebburn. Suo nonno era un pittore ed è proprio nel suo negozio che
David capisce che sarebbe diventato uno scrittore.
Dopo
la scuola dell'obbligo si laurea in Letteratura Inglese e Americana
all'Università di East Anglia e, dopo la parentesi universitaria,
lavora nella scuola primaria di Gateshead.
Dopo cinque anni decide di
lasciare il lavoro e si trasferisce a Norfolk, dove si dedica
completamente alla scrittura e dove incontra la sua compagna di vita,
Sara Jane.
I
temi ricorrenti nei suoi libri sono l'educazione dei ragazzi, la
natura, il difficile processo di crescita sia interiore che
esteriore nei ragazzi in particolare, il cambiamento negli adolescenti.
Il
romanzo d'esordio di David Almond è Skellig,
edito
per la prima volta in Inghilterra nel 1998.
La storia è ambientata
in una cittadina nel nord dell'Inghilterra ed è narrata in prima
persona dal protagonista Michael, un ragazzino alle prese con una
sorellina nata prematura e in pericolo di vita e con il difficile
inserimento in un ambiente del tutto nuovo.
I
genitori di Michael infatti decidono di trasferirsi in una nuova casa, prima
abitata da un signore anziano. Ambedue sono molto presi dalla
situazione particolare in cui versa la sorellina di Michael, così
lui passa diverso tempo da solo. Un giorno decide di curiosare nel
garage pericolante della casa, e al suo interno, nascosta tra gli
scatoloni, trova una strana creatura dall'aspetto umano, con la voce
gracchiante e l'alito puzzolente: Skellig. Adora il cibo cinese e la
birra scura e sembra aver bisogno di aiuto.
Terrorizzato
dalla paura di perdere la sorellina e bisognoso di dedicarsi a
qualcosa di diverso, Michael decide in di prendersi cura di Skellig e
si fa aiutare dalla sua nuova e strana vicina di casa, Mina. I due
ragazzi, però, non riescono a capire chi o cosa sia quell'essere
particolare, fino a che...
“Lo trovai nel garage un sabato pomeriggio, il giorno dopo che ci eravamo trasferiti in Falconer Road. L'inverno stava finendo. Non c'era nessun altro. Solo io. Gli altri erano in casa con il Dottor Morte, in pensiero per la bambina. Era disteso al buio dietro le casse, nella polvere e nella sporcizia. Era come se fosse lì da sempre. Era lurido, pallido e secco e credevo che fosse morto. Mi sbagliavo di grosso. Presto avrei iniziato a vedere la verità, che al mondo non c'era mai stato un altro essere come lui.”
Qualche
curiosità: i nomi Skellig e Michael derivano probabilmente
dall'isola di Skellig-Michael, nella Contea di Kerry, in Irlanda.
Mina invece è il diminutivo di Willhemina, il femminile del nome
William. I genitori di Mina, infatti, sono amanti del poeta William
Blake.
Eternità
Chi lega a sé una Gioia
Distrugge la vita alata;
Ma chi bacia la Gioia in volo
Vive nell'alba dell'Eternità.
William Blake
Nel
2003 il romanzo diventa una piéce teatrale per mano del regista
Trevor Nunn.
Nel 2008, lo stesso autore ha trasposto il suo libro in
un'opera, accompagnata dalle musiche del compositore Tod Machover.
Nel 2009 l'emittente televisiva SKY1 ha prodotto l'adattamento del
romanzo in un film per la tv, nel quale il ruolo di Skellig è stato
affidato nientemeno che (e scelta non poteva essere più azzeccata) a Tim
Roth.
"Skellig è una storia meravigliosamente semplice, ma anche terribilmente complicata. è un libro per ragazzi perchè è accessibile e perchè i protagonisti sono bambini, ma credetemi, è anche un libro per voi, perchè è un libro per tutti, e l'autore lo sa".
NICK HORNBY
Il romanzo ha vinto diversi premi, tra cui nel 1999 il Withbread Award, il Children's Book Award e la Carneige Medal. è stato pubblicato in più di trenta lingue diverse.
Nei
successivi sette anni altri quattro romanzi si aggiudicheranno la
Carneige Medal.
Nel
2000 escono Kit's
Wilderness
e Occhi
di cielo (Heaven Eyes). In
questo volume, i protagonisti sono tre
bambini fuggiti da un orfanotrofio che finiscono in una discarica,
dove li salvano un vecchio signore e una ragazza, Occhi di Cielo,
così chiamata perché capace di vedere "attraverso
l'oscurità del mondo, la gioia sottostante".
Ma da dove viene questa strana ragazza?... E cosa fare del cadavere
emerso dalla fanghiglia?
L'anno
successivo esce Secret
Heart
mentre nel 2003 The
Fire Eaters, che
ha vinto il Whitbread Award.
Nel 2005 viene dato alle stampe Argilla (Clay).
Nella piccola cittadina di Felling è arrivato un ragazzo nuovo il cui nome è Stephen Rose. E' un ragazzo strano, ha la pelle lucida, uno sguardo ipnotico ed un odore nauseabondo. Non ha né genitori, né amici e si trasferisce a casa della zia Mary, da tutti soprannominata “la Matta”. Sul conto di Stephen circolano tante voci, che non sempre sono vere. Ci sono anche due ragazzi in città: Davie e Geordie, che trascorrono le loro giornate andando a scuola, giocando insieme, servendo messa come chierichetti e cercando di evitare il più possibile il bulletto della scuola, Mouldy. Davie, su consiglio di padre O'Mahoney, stringe amicizia con Stephen, che passa le sue giornate chiuso in un capanno a modellare statuette di argilla. Certo è che le strane creature che lui modella hanno qualcosa di magico...
“Secondo
te, è un tipo da spavento?”
“Bho!
È solo un ragazzino, come noi”
“Come
noi? Alla faccia! Ulula nel capanno, prende grumi di terra da quel
cavolo di cimitero...”.
“Argilla”.
“Insomma,
quello che è. Vive con Mary la Matta. La madre è fuori di testa, il
padre è morto, il nonno è un pazzoide”.
“Messa
così, forse si, è un tipo che fa paura”.
“Pensi
anche tu quello che penso io?”
“Bho””
“Bhe,
dovresti. Stephen Rose potrebbe proprio essere la persona che fa al
caso nostro. Dai su, andiamo a bussare alla porta della Matta”.
“Argilla
è un romanzo tenebroso, che suscita riflessioni. Questa volta però,
non ha un grazioso finale con redenzione. Il male è ancora la
fuori”.
THE
GUARDIAN
“Divertente,
misterioso, commovente, pauroso, costruito in modo impeccabile e
capace di suscitare forti emozioni... un libro che anche gli adulti
dovrebbero prendere in condsiderazione”.
THE
SUNDAY TIMES
Nel
2008 escono Jackdaw Summer e Il Selvaggio (The Savage).
Quest'ultimo è un libro accompagnato dalle meravigliose
illustrazioni di Dave Mckean.
Blue
Barker è un ragazzo che racconta in prima persona della perdita del
padre e di come questo enorme dolore lo abbia costretto a diventare
più forte e più grande. E lo fa aiutandosi con una storia di sangue,
viscere e paura che ha scritto qualche anno prima (con la tipica calligrafia adolescenziale e con errori grammaticali e di sintassi).
La vicenda (quella vera) è ambientata a Saltwell, la piccola città
in cui vive con la mamma e la sua sorellina Jess. Il selvaggio è “un ragazzino che viveva tra le
rovine della chiesetta nel bosco di Burgess”. Sembra però che
la storia di Blue abbia una vita tutta sua, di cui è protagonista
proprio il selvaggio... “poi il ragazzino è uscito dalla storia
e ha preso vita nel mondo intero”. Blue,
così, inizia a chiedersi dove si trova la linea di confine tra la
fantasia e la realtà...
“Nel
bosco di Burgess cera un ragazzo selvatico, che non aveva una
famillia e non aveva amici e non sapeva da dove veniva e non sapeva
parlare. Viveva in una grotta sotto la chiesa dirocciata. Le sue armi
erano le vecchie forchette e i cortelli da cucina e un ascia. Era
selvaggio. Era da vero selvatico”.
Qualche
curiosità: Dave Mckean è un artista di fama mondiale, vincitore di
diversi premi come illustratore di fumetti libri per ragazzi e per
adulti. Ha lavorato anche nel cinema, realizzando il design del
secondo e del terzo film di Harry Potter e curando la regia di Mirror
Mask.
“I
lavori di McKean hanno le qualità di un intero universo: in
espansione ma contenuti, caotici ma organizzati, misteriosi ma
interpretabili, comici ma seri”.
TIME
MAGAZINE
Nel
2010 viene pubblicato La
storia di Mina (My name is Mina)
dove la protagonista è proprio lei, la Mina che abbiamo conosciuto
in Skellig.
Il
testo è strutturato come se fosse il diario personale di Mina, che
racconta in prima persona le sue giornate e trasmette i suoi
pensieri. Mina non si può etichettare. Non è una bambina come
tutte le altre. É stramba, coraggiosa, ribelle. Se ne sta seduta sul
suo albero ad osservare gli uccelli, il mondo, la vita. Vorrebbe
stare lassù per sempre, anche se prima o poi dovrà scendere e
tornare a scuola, farsi degli amici, accettare che suo padre se n'è
andato. Sull'albero Mina pensa, riflette, e appunta tutto sul suo
diario.
“Mi
chiamo Mina e adoro la notte. Tutto sembra possibile di notte, quando
il resto del mondo dorme. La casa è buia e silenziosa, ma se tendo
l'orecchio, sento il tum tum tum del mio cuore. Sento gli
scricchiolii della casa. E il respiro leggero della mamma che dorme
nella stanza accanto.
Scivolo giù dal letto e mi siedo al tavolo vicino alla finestra. Apro la tenda. In mezzo al cielo c'è la luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. Splende su Falconer Road, sulle case e sulle strade, sui tetti e sulle guglie della città, sulle colline e sulle brughiere lontane. Splende nella mia stanza e su di me.
Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla luna piena. Dicono che faccia impazzire.
Io invece la guardo e rido”.
Scivolo giù dal letto e mi siedo al tavolo vicino alla finestra. Apro la tenda. In mezzo al cielo c'è la luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. Splende su Falconer Road, sulle case e sulle strade, sui tetti e sulle guglie della città, sulle colline e sulle brughiere lontane. Splende nella mia stanza e su di me.
Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla luna piena. Dicono che faccia impazzire.
Io invece la guardo e rido”.
“In
fondo alla strada sono passati dei bambini della Saint Bede. Mi hanno
vista, ma ormai non ridono ne´ mi urlano più dietro. Si limitano ad
alzare gli occhi al cielo e a bisbigliarsi qualche parola
all’orecchio, poi se ne vanno verso la porta della loro gabbia. Se
proprio fanno qualcosa. Prima invece facevano il genere di commenti
che una volta la gente riservava a William Blake. Mi davano della
strega e dell’originale. Mi gridavano dietro scimmia e cornacchia.
L’anno scorso se la sono spassata davvero. D’estate mi lanciavano
margherite urlando ‘Una margherita per Mina la rimbambita’.
D’autunno mi tiravano marroni urlando ‘Un marrone per la bambina
fuori di melone!’ (Il che in effetti, fa abbastanza ridere a
pensarci.)
Ma
ormai per loro faccio parte del paesaggio,come per gli uccelli. Sono
come un palo della luce,un albero, una pietra. Che mi importa! Per me
loro sono meno di niente. Non li guardo neppure.
Quelli?
Pfui! Zero!”
“Almond
condivide i suoi temi potenti con una splendida passione controllata.
Mina? È una bellissima storia che ci introduce delicatamente
all'arrivo della famiglia di Michael nella porta accanto”.
DAILY MAIL
“Un
libro bellissimo nella sua totalità, forse meglio di Skellig”.
MARCUS
SEDGWICK, THE GUARDIAN
Nello
stesso anno Almond debutta in teatro con My Dad's A Birdman la
cui colonna sonora è curata dai Pet Shop Boys.
Pet Shop Boys, West end Girls
In
questo stesso anno vince il premio Hans Christian Andersen come
miglior autore di libri per ragazzi.
Sul
sito dell'autore trovate una divertente sezione, intitolata Things
you didn't know about David Almond (Le cose che non conoscevo di
David Almond):
- una volta ho stabilito il record di salto in alto della scuola, 5 piedi e 2,5 pollici
- ho un coniglietto di nome Bill che grugnisce
- sogno spesso il calcio – e tiro dei grandi calci nel sonno!
- Mi piace il cibo giapponese – trannè la cosa che mi è stata data al ristorante una volta... sembrava il cervello di un alieno
- ho preso parte a tre mezze maratone, le Runs Great North
- Il mio posto preferito è Swaledale nello Yorkshire
- mi piacciono le bici, i campeggi e gli incendi
- la mia prima apparizione televisiva è avvenuta a 11 anni, come chierichetto
- mio nonno era un allibratore (scommetteva sulle corse dei cavalli). Il suo consiglio? “Non scommettere mai!!!” E ancora “Non leggere mai romanzi! Sono solo un mucchio di bugie”.
- Il
mio soprannome a scuola era Dai, molti amici mi chiamano ancora
così.
Dicono ancora di lui e dei suoi libri:
"I libri di David Almond sono strani e selvaggi, liberi dai vincoli di troppa letteratura per ragazzi".
THE GUARDIAN
"I libri di David Almond sono creature strane e inquietanti, che sfuggono ai normali vincoli della narrativa per ragazzi. Come tutta la grande letteratura, vanno al di là di qualsiasi classificazione".
THE GUARDIAN
Consiglio a tutti i suoi libri, agli adolescenti, ma anche agli adulti... sono sicura che non ve ne pentirete!
Elisa
FONTI:
I LIBRI
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